It: GLI ANTICHI DOVERI

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GLI ANTICHI DOVERI

LANDMARKS E IL CONCETTO DI "REGOLARITÀ"

Il concetto di landmark , strettamente connesso con l’altro di regolarità, è abbastanza controverso. Fu introdotto nel lessico muratorio dalle Costituzioni di Anderson nel 1723, che prescrivevano per l’appunto il rispetto degli antichi Landmarks dell’Ordine, ma non sussiste alcuna identità di vedute sulla loro identificazione. Molti sono stati i tentativi di codificazione dei Landmarks e in merito sono nate infinite controversie tra le diverse massonerie nazionali e al loro interno. Albert G. Mackey, nella sua Encyclopædia of Freemasonry (1858), ne elencava addirittura 25 (vedi riquadro). Come si vedrà più avanti, gli episodi più rilevanti di scissioni o di “scismi” della storia massonica sono connessi, appunto, con vere o presunte violazioni di Landmarks, quali cause efficienti o semplici occasioni per l’esplosione di taluni contrasti. I Landmarks secondo Albert G. Mackey 1. i modi di riconoscimento; 2. la divisione della massoneria simbolica in tre gradi; 3. la leggenda del terzo grado; 4. il governo della fratellanza da parte di un Gran Maestro; 5. la prerogativa del Gran Maestro di presiedere qualunque assemblea dell’Arte, 6. di accordare dispensa per il conferimento di gradi senza il rispetto degli intervalli di tempo previsti, 7. di accordare dispensa per la fondazione e per la conduzione di logge, 8. di creare liberi muratori “a vista”; 9. la necessità per i liberi muratori di raccogliersi in logge; 10. il governo di una loggia da parte di un venerabile e di due sorveglianti; 11. la necessità per ogni loggia di lavorare “al coperto”; 12. il diritto di ogni libero muratore: di essere rappresentato alle assemblee generali, 13. di appellarsi alla Gran Loggia avverso le decisioni della loggia di appartenenza, 14. di visitare ogni loggia regolare (c.d. diritto di visita); 15. obbligo di “tegolare” ogni libero muratore visitatore non preventivamente conosciuto; 16. divieto di interferenza da parte di una loggia nei lavori di un’altra loggia e di procedere alla concessione di gradi a fratelli appartenenti ad altra loggia; 17. ogni libero muratore è soggetto alle leggi e ai regolamenti della giurisdizione massonica nella quale risiede; la mancata affiliazione, che è un reato massonico, non conferisce alcuna immunità dalla giurisdizione; 18. ogni candidato all’iniziazione deve essere di sesso maschile, nato libero, non mutilato e di maggiore età; 19. obbligo di credere in Dio, Grande Architetto dell’Universo, 20. e nella resurrezione a una vita futura 21. obbligo della presenza in ogni loggia del Libro della Legge Sacra, per tale intendendo il testo che, dalla religione del Paese, viene considerato come espressione rivelata della Volontà del Grande Architetto dell’Universo; 22. eguaglianza tra loro di tutti i liberi muratori; 23. il segreto massonico; 24. il fondamento di una scienza speculativa su un’arte operativa e l’uso e la spiegazione simbolica dei termini di quell’arte, allo scopo di impartire un insegnamento religioso e morale («il Tempio di Salomone è la culla simbolica dell’Istituzione»); 25. il Landmark che li corona tutti è il principio stesso dell’intangibilità dei Landmarks. Sui primi quattro dei suddetti landmarks e su quelli da 9) a 16) non sussistono praticamente dissensi, con l’eccezione del cosiddetto diritto di visita, che non in tutte le Grandi Logge viene riconosciuto. Quanto alle attribuzioni del gran maestro, quella di creare liberi muratori “a vista” (ossia indipendentemente dalle singole logge e senza rito di iniziazione) è fortemente contestata. La G.L.U. d’Inghilterra non l’ammette in alcun modo; molte Grandi Logge americane la ammettono, ma di fatto i rispettivi Gran Maestri ne fanno un uso eccezionale. Il punto 17) è discutibile, in quanto non può valere per alcune Grandi Logge, come quelle di Germania, che sono tra loro federate ma senza giurisdizione territoriale esclusiva per ciascuna di esse. Motivo di laceranti contrasti è il divieto di iniziare donne di cui al punto 18). La divaricazione, tra le Grandi Logge che applicano il divieto in questione e quelle che lo hanno disatteso, è totale e, ancor oggi, insanabile. Quali le motivazione del divieto? In linea di massima, le massonerie “ tradizionali ” hanno sempre affermato che l’arte della costruzione e i mestieri a essa connessi fossero in origine tipicamente maschili e che pertanto gli archetipi simbolici e operativi dell’iniziazione muratoria corrispondessero a un assetto fisico e psichico di natura maschile; una subordinata della stessa affermazione è che l’iniziazione muratoria, per mantenere la sua validità e la sua efficacia, debba conformarsi, anche su questo aspetto, alla tradizione: uno scostamento di tale entità rispetto alla tradizione significherebbe snaturare e interrompere la trasmissione iniziatica. Quanto le suddette motivazioni siano valide o ancora attuali può essere oggetto di una discussione, che alcune frange massoniche hanno decisamente risolto costituendo massonerie miste. Altro tipo di soluzione trasgressiva, rispetto allo stesso divieto, è stata quello di dare vita a organizzazioni massoniche esclusivamente femminili. I punti da 19) a 21) sono stati, del pari, occasione per durissimi confronti e causa di fratture gravissime dell’unità massonica, a livello di singoli Paesi e sul piano internazionale. Dalla seconda metà del XIX secolo all’interno di alcune massonerie, soprattutto in Francia e in Belgio, in nome dei princìpi di tolleranza e di universalità si ritenne discriminatorio e conflittuale con la libertà di coscienza imporre ai propri associati la fede in Dio, sia pure denominato come Grande Architetto dell’Universo, e nell’immortalità dell’anima. Del pari e coerentemente si arrivò a espungere la Bibbia e ogni altro libro sacro dalla ritualità di loggia, sostituendolo con un libro in bianco o con il testo delle proprie Costituzioni. Di minor portata i dissensi circa l’identità del Libro della Legge Sacra: non v’è dubbio che all’epoca della fondazione della G. L. di Londra questo si identificasse con la Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento). L’ammissione di nuovi liberi muratori non cristiani, conseguente alla diffusione della massoneria “speculativa” su tutti i continenti, indusse molte Grandi Logge, ma non tutte, a concedere che, in luogo della Bibbia, si potesse far uso di altri Libri Sacri (il Corano, i Veda, etc.). Non sussiste, infine, pieno consenso, sia pure tra le massonerie che hanno conservato l’obbligo della presenza del Libro della Legge sacra nel corso dei lavori rituali, sulla sua interpretazione come «espressione rivelata della Volontà del Grande Architetto dell’Universo». Il concetto di “rivelazione”, infatti, non è di univoco significato, nemmeno all’interno delle tre religioni monoteistiche di derivazione “abramica” o “del Libro” (ebraica, cristiana e islamica). È il caso di anticipare che la stessa G.L.U. d’Inghilterra, la quale nel 1929 menzionava tra i princìpi fondamentali per il riconoscimento di Grandi Logge estere «che una credenza nel G[rande A[rchitetto] D[ell’]U[niverso] e nella Sua Volontà rivelata sia una qualifica essenziale per l’appartenenza» e «che tutti gli Iniziati assumano i loro impegni sul… Libro della Legge Sacra, per il quale si intende la rivelazione dall’alto», già in un altro analogo documento del 7 settembre 1949 ridimensionava il secondo punto, non facendo più riferimento alla Volontà rivelata ma limitandosi a precisare che «a ogni Candidato è richiesto di assumere il proprio impegno su quel libro o sul Libro il quale venga ritenuto dal suo particolare credo che impartisca carattere sacro a un giuramento o promessa fatto su di esso». Per vari motivi, ancora, è suscettibile di differenti opzioni interpretative il concetto di “eguaglianza” tra i liberi muratori affermato nel punto 22). Non v’è dubbio che tutti i liberi muratori siano soggetti alle stesse norme nell’ambito della Comunione di appartenenza. Tuttavia, diritti e doveri sono diversamente attribuiti dalle medesime norme a seconda del grado, dell’anzianità e delle funzioni di ciascun libero muratore. Nella migliore delle ipotesi, si tratta di un’eguaglianza che va esplicitata attraverso molteplici precisazioni e numerosi “distinguo”. Del “segreto massonico” si è detto in precedenza. Si può aggiungere che, secondo la già citata Dichiarazione di princìpi approvata dalla G.L.U. d’Inghilterra il 21 giugno 1985, «i segreti della Massoneria riguardano i modi di riconoscimento». Sul punto 24), ben poche massonerie, sempre che ve ne siano, sarebbero disposte a sottoscrivere tra le proprie finalità quella di «impartire un insegnamento religioso». Nella citata Dichiarazione di princìpi del 21 giugno 1985, la G.L.U. d’Inghilterra ha anzi tenuto a ribadire che «la Massoneria non è una religione, né un sostituto della religione» e «non offre una propria dottrina di fede». Infine il tautologico punto 25), circa l’intangibilità degli stessi landmarks, è il più vacuo e contestabile di tutti. Stabilire se una Grande Loggia sia “regolare” o “irregolare” sulla falsariga della fedeltà ai landmarks come sopra enunciati o su altri similari appare, pertanto, come operazione alquanto ardua. In realtà il carattere della regolarità va inteso in modo alquanto più pragmatico e si riferisce all’aderenza complessiva, anche se non totale, di una Grande Loggia alle principali caratteristiche proprie del “fenomeno” libero muratorio, secondo criteri che nel tempo sono innegabilmente variati e si sono evoluti, e che talvolta sono stati adattati in modo alquanto disinvolto a esigenze di fatto.


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