It: Giosuè Carducci: Unterschied zwischen den Versionen

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Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci (Valdicastello di Pietrasanta, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è stato un poeta, scrittore, critico letterario e accademico italiano. Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1906.
 
Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci (Valdicastello di Pietrasanta, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è stato un poeta, scrittore, critico letterario e accademico italiano. Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1906.
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==Hymn to Satan - L'Inno a Satana (1863)==
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:A te, dell’essere
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:principio immenso,
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:materia e spirito,
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:ragione e senso;
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:il vin scintilla
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:da’ monti e palpita
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:il verso ardito,
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:te invoco, o Satana,
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:re del convito.
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:prete, e ’l tuo metro!
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:spennato arcangelo
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:cade nel vano.
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:Ghiacciato è il fulmine
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:a Geo va in mano.
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:Meteore pallide,
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:pianeti spenti,
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:sol vive Satana.
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:nel lampo tremulo
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:o ver che languido
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:od acre ed umido
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:nel lieto sangue,
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:per cui la libera
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:Tu spiri, o Satana ,
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:nel verso mio,
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:sfidando il dio
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:de’ rei pontefici,
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:quando le ioniche
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:A te del Libano
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:frernean le piante,
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:dell’ alma Cipride
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:risorto amante:
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:le danze e i cori,
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:a te i virginei
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:palme d’Idume,
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:dove biancheggiano
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:le ciprie spume.
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:Che vai se barbaro
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:furor dell’agapi
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:dal rito osceno
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:con sacra fiaccola
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:i templi t’arse
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:e i segni argolici
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:dei casolari.
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:Quindi un femineo
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:sen’ palpitante
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:empiendo, fervido
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:la strega pallida
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:volgi a soccorrere
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:Tu all’occhio immobile
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:tu dell’indocile
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:dischiudi i fulgidi
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:Alla Tebaide,
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:te nelle cose
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:O dal tuo tramite
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:ceco Eloisa.
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:di Maro e Flacco
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:nenia ed il pianto;
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:e, forme delfiche,
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:a te da canto,
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:rosee nell’orrida
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:mena Licoride,
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:Ma d’altre imagini
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:tal or si popola
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:Ei, dalle pagine
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:di Livio, ardenti
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:tribuni, consoli,
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:sveglia; e fantastico
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:d’italo orgoglio
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:te spinge, o monaco,
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:su ’l Campidoglio.
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:E voi, che il rabido
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:rogo non strusse,
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:voci fatidiche,
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:Wiclef ed Husse,
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:all’aura il vigile
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:grido mandate:
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:s’innova il secolo,
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:piena è l’ etate.
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:E già già tremano
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:mitre e corone :
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:move dal claustro
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:la ribellione,
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:e pugna e predica
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:Savonarola.
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:Gittò la tonaca
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:Martin Lutero:
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:gitta i tuoi vincoli,
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:uman pensiero,
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:e splendi e folgora
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:di fiamme cinto;
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:materia, inalzati:
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:Satana ha vinto.
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:Un bello e orribile
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:mostro si sferra,
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:corre gli oceani,
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:corre la terra:
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:corusco e fumido
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:come i vulcani,
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:i monti supera,
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:divora i piani,
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:sorvola i baratri;
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:poi si nasconde
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:per antri incogniti
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:per vie profonde;
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:ed esce; e indomito
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:di lido in lido
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:come di turbine
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:manda il suo grido,
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:come di turbine
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:l’alito spande:
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:ei passa, o popoli,
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:Satana il grande;
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:passa benefico
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:di loco in loco
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:su l’infrenabile
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:carro del foco.
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:Salute, o Satana,
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:o ribellione,
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:o forza vindice
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:della ragione!
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:Sacri a te salgano
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:gl’incensi e i voti!
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:Hai vinto il Geova
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:de’ sacerdoti.
  
 
==Voci correlate==
 
==Voci correlate==

Aktuelle Version vom 11. Januar 2019, 10:36 Uhr

Giosuè Carducci

Source: Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Giosu%C3%A8_Carducci

Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci (Valdicastello di Pietrasanta, 27 luglio 1835 – Bologna, 16 febbraio 1907) è stato un poeta, scrittore, critico letterario e accademico italiano. Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1906.

Hymn to Satan - L'Inno a Satana (1863)

A te, dell’essere
principio immenso,
materia e spirito,
ragione e senso;
mentre ne’ calici
il vin scintilla
sì come l’anima
nella pupilla;
mentre sorridono
la terra e ’l sole
e si ricambiano
d’amor parole,
e corre un fremito
d’imene arcano
da’ monti e palpita
fecondo il piano;
a te disfrenasi
il verso ardito,
te invoco, o Satana,
re del convito.
Via l’aspersorio,
prete, e ’l tuo metro!
no, prete, Satana
non torna in dietro !
Vedi: la ruggine
l’ode a Michele
il brando mistico;
ed il fedele
spennato arcangelo
cade nel vano.
Ghiacciato è il fulmine
a Geo va in mano.
Meteore pallide,
pianeti spenti,
piovono gli angeli
dai firmamenti.
Nella materia
che mai non dorme,
re dei fenomeni,
e delle forme,
sol vive Satana.
Ei tien l’impero
nel lampo tremulo
d’un occhio nero,
o ver che languido
sfugga e resista
od acre ed umido
provochi insista.
Brilla de’ grappoli
nel lieto sangue,
per cui la libera
gioia non langue,
che la fuggevole
vita ristora,
che il dolor proroga,
che amor ne incora.
Tu spiri, o Satana ,
nel verso mio,
se dal sen rompemi
sfidando il dio
de’ rei pontefici,
de’ re cruenti:
e come fulmine
scuoti le menti.
A te, Agramainio,
Adone, Astarte,
e marmi vissero
e tele e carte,
quando le ioniche
aure serene
beò la Venere
anadiomene.
A te del Libano
frernean le piante,
dell’ alma Cipride
risorto amante:
a te ferveano
le danze e i cori,
a te i virginei
candidi amori
tra le odorifere
palme d’Idume,
dove biancheggiano
le ciprie spume.
Che vai se barbaro
il nazareno
furor dell’agapi
dal rito osceno
con sacra fiaccola
i templi t’arse
e i segni argolici
a terra sparse?
Te accolse profugo
tra gli dei lari
la plebe memore
dei casolari.
Quindi un femineo
sen’ palpitante
empiendo, fervido
nume ed amante,
la strega pallida
d’eterna cura
volgi a soccorrere
l’egra natura.
Tu all’occhio immobile
dell’ alchimista,
tu dell’indocile
mago alla Vista
dischiudi i fulgidi
tempi novelli
del nero claiistro
oltre i cancelli.
Alla Tebaide,
te nelle cose
fuggendo, il monaco
triste s’ascose.
O dal tuo tramite
alma divisa,
benigno e Satana:
ceco Eloisa.
In van ti maceri
nell’aspro sacco:
il verso ei mormora
di Maro e Flacco
tra la davidica
nenia ed il pianto;
e, forme delfiche,
a te da canto,
rosee nell’orrida
compagnia nera,
mena Licoride,
mena Glicera.
Ma d’altre imagini
d’età più bella
tal or si popola
l’insonne cella.
Ei, dalle pagine
di Livio, ardenti
tribuni, consoli,
turbe frementi
sveglia; e fantastico
d’italo orgoglio
te spinge, o monaco,
su ’l Campidoglio.
E voi, che il rabido
rogo non strusse,
voci fatidiche,
Wiclef ed Husse,
all’aura il vigile
grido mandate:
s’innova il secolo,
piena è l’ etate.
E già già tremano
mitre e corone :
move dal claustro
la ribellione,
e pugna e predica
sotto la stola
di fra’ Girolamo
Savonarola.
Gittò la tonaca
Martin Lutero:
gitta i tuoi vincoli,
uman pensiero,
e splendi e folgora
di fiamme cinto;
materia, inalzati:
Satana ha vinto.
Un bello e orribile
mostro si sferra,
corre gli oceani,
corre la terra:
corusco e fumido
come i vulcani,
i monti supera,
divora i piani,
sorvola i baratri;
poi si nasconde
per antri incogniti
per vie profonde;
ed esce; e indomito
di lido in lido
come di turbine
manda il suo grido,
come di turbine
l’alito spande:
ei passa, o popoli,
Satana il grande;
passa benefico
di loco in loco
su l’infrenabile
carro del foco.
Salute, o Satana,
o ribellione,
o forza vindice
della ragione!
Sacri a te salgano
gl’incensi e i voti!
Hai vinto il Geova
de’ sacerdoti.

Voci correlate

  • Freimaurerische Dichtung Giosué Carducci, Literatur 1906 (wurde 1862 Mitglied der Loge „Galvani“, Mitbegründer der Loge „Felsinea“ in Bologna, später affiliiert in der Loge „Propaganda Massonica“ in Rom)
  • Rezension: Heinz Sichrovsky (Hg.) – Als ich König war und Maurer Natürlich werden mit Beiträgen etwa von Giosuè Carducci oder Kurt Tucholsky auch die Gefilde fortschrittlicher Politik gestreift. Immerhin wird von Ersterem das Wirken Luzifers als segensreich eingestuft.
  • It: Grande Oriente d'Italia
  • En: Masonic Noble Prize Winners Giosue Carducci (1835-1907): 1906 Nobel Prize for Literature. Brother Giosue was Initiated in Lodge Felsinia Bologna in 1862. He joined Propaganda Masonica Lodge Rome. There are at least four Giosue Carduccia Lodges named in his honour, Nos 103 and 853 Bologna, No 686 Florence and No 820 Follonica.

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